I primi commenti pronunciati dai neofiti quando si deve descrivere il vocabolario marino sono sempre gli stessi: enigmatico, incomprensibile, difficile.
Ogni cosa ha un nome specifico, e ad ogni nome è associato uno specifico significato: in un ambiente antico e tradizionale dove ogni singolo gesto è considerato fondamentale, e in cui ogni minima disattenzione e il più piccolo dettaglio possono causare il peggio, i navigatori hanno sempre nutrito un grande rispetto per le parole.
Come ben sappiamo infatti nel vocabolario dei navigatori non esiste alcuna approssimazione: ogni tipo di cima, ogni parte della vela, ogni singolo elemento della struttura ha il suo ruolo, la sua destinazione, la sua motivazione.
L'apprendistato all'inizio e l'esperienza nella fase successiva della vela passa così inevitabilmente attraverso quello del suo vocabolario.
La maggior parte dei termini utilizzati tuttora risalgono tutti agli anni d'oro della navigazione a vela, senza dimenticare i tantissimi termini presi in prestito dal gergo dei pescatori.
Da un punto di vista strettamente etimologico, moltissime parole provengono dalla lingua inglese e da quella olandese, da cui deriva ad esempio la parola "yacht".
Anche la regata e il diporto hanno fornito il loro importante contributo a cui dobbiamo alcuni termini molto noti come spinnaker, booster e jockey-pole.
Infine sono davvero tante le espressioni che hanno oltrepassato la ristretta cerchia degli navigatori per giungere fino al linguaggio corrente, con connotazioni che possono essere interpretate sia in maniera positiva che negativa.